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martedì 03 dicembre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Famiglie disfunzionali

di Federica Giusti - venerdì 24 febbraio 2023 ore 09:00

Come diceva Tolstoj in Anna Karenina: "Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo". E le famiglie disfunzionali non sono affatto felici, ma hanno dei tratti in comune l’una con l’altra, seppur declinate in maniera differente nei singoli casi.

Quando si cresce in una di queste famiglie, si sperimenta la sensazione di solitudine anche quando gli altri familiari sono lì con noi. Ogni sforzo fatto è vissuto come unidirezionale, e quando si prova a metterci a nudo o a raccontarci, quello che viene raccolto è indifferenza oppure minimizzazione. I problemi altrui sono sempre più importanti dei tuoi. Le relazioni con gli altri sono sempre superficiali, anche se possono esserci momenti di forte intensità, perché i confini non sono rispettati ed i ruoli sono sempre e solo rigidi. Questo può portare a scontri importanti ma che non permettono davvero il confronto, alimentano solo lo status quo delle cose. Ogni familiare ha aspettative sul modo in cui devi comportarti ed agire, e se queste aspettative non vengono rispettate, allora si scatena l’inferno e si alimentano i sensi di colpa, che, assieme alla vergogna, vengono spesso utilizzati come strumenti motivazionali: se non fai questo, sarà colpa tua se...ti devi vergognare di fare questo o non fare questo... Anche i sentimenti frustranti o dolorosi che uno prova vengono imputati al capro espiatorio della famiglia, responsabile di ogni “brutto tempo” che possa vivere il familiare.

La visione che si ha dei figli è come quella di un oggetto che si possiede, al quale dobbiamo gestire la vita piuttosto che insegnarli a farlo in autonomia. I bisogni dei genitori si sostituiscono a quelli del figlio, che è considerato sempre un essere sottomesso alla volontà genitoriali. Genitori che tentano di vivere la vita dei figli, sostituendosi a loro, scrivendo messaggi al loro posto oppure prendendo per loro decisioni importanti anche in adolescenza. Il figlio diventa un “secondo me”, al quale “attacco” desideri, sogni, aspettative e impongo la necessità di andare oltre i miei limiti.

Come vedete le famiglie disfunzionali non sono utili e sarebbe opportuno che si facessero aiutare mettendosi in discussione, anche se raramente questo avviene. Allora l’alternativa è salvare noi stessi se siamo lì dentro, con un atto di coraggio enorme ma necessario.

Chiedere aiuto è fondamentale. E può essere salvifico!

Federica Giusti

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