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sabato 02 novembre 2024

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

25 Aprile

di Marco Celati - lunedì 01 maggio 2023 ore 10:23

Bella Ciao

Ho partecipato ai festeggiamenti del 25 Aprile a Pontremoli, dove mi trovavo per un breve periodo feriale. E dove vado spesso. Mi piace la Lunigiana, mi piacciono i fiumi in cui si fa ancora il bagno, i boschi, i monti che incombono, i piccoli paesi medievali che conservano tradizioni. Il buon cibo. Ma anche il fatto che la mia compagna sia di quelle parti non è certo irrilevante. Il Comune di Pontremoli è amministrato da tempo dal centro destra. L’attuale Sindaco è Jacopo Ferri, figlio d’arte. Suo padre, lo scomparso Enrico Ferri, era stato Sindaco di Pontremoli. Socialdemocratico e di Forza Italia, fu il Ministro che ridusse il limite di velocità stradale. L’avevo conosciuto, ci regalò un distintivo con la stellina: esiste nel firmamento una stella chiamata Pontremoli!

Di tutto rispetto il programma della Festa della Liberazione. La manifestazione, scandita dai militareschi “at.nti!” e “rip.so!”, si è aperta con la consueta deposizione di corone, oltre che ai martiri antifascisti e agli uccisi per mano nazista, ai caduti di tutte le guerre. Come da noi. Alla fine qui è prevista anche la Santa Messa nella Cattedrale. Lo spirito religioso dei pontremolesi è rispecchiato dalle numerosissime chiese sorte in una città storicamente importante, ma piccola, sette mila abitanti circa. Il più frequente intercalare pontremolese è “Gee!”, che sta per “Gesù!”. Sono toscani, ma non parlano toscano e questo alla lunga, ci scuserà il Manzoni, è un punto a loro favore. Il discorso del Sindaco, diversamente da quello del nostro primo cittadino -nostro di Pontedera- non è stato così “politico”, bensì un po’ più di circostanza. Comunque il microfono funzionava poco come da noi, a riprova che tutto il mondo è paese. Il Sindaco ha sottolineato l’importanza dell’evento, ringraziando tutti i presenti, citando anche l’ARCI, ricordando Laura Seghettini -partigiana pontremolese di fede comunista- e passando la parola alla Presidente dell’ANPI locale. La professoressa Rapetti che ha fatto una disamina attenta, pacata, ma ferma della Resistenza, della lotta partigiana e della Liberazione. Ha concluso con un richiamo alla pace in Ucraina e negli altri scenari di guerra e citando Moro che respinse la richiesta di dichiarare “afascista” la Costituzione, riconfermandone nettamente il carattere antifascista.

Poi è stata la volta del Coro della Terza Età e qui viene il bello. La Corale ha eseguito canti partigiani e non solo “Bella Ciao”, intonata pure dalla Banda dopo l’Inno di Mameli, ma anche “I ribelli della montagna”, roba che al compagno Tardini, presidente dell’ANPI di Pontedera, sarebbero venuti i lucciconi. Perfino “Fischia il vento”, invocando “il sol dell’avvenir” che nemmeno Nanni Moretti. Anche noi abbiamo il Coro dell’UTE, però non sono sicuro che quelle canzoni le avrebbero cantate. Gran finale ad effetto con “La guerra di Piero” di De André e “mille papaveri rossi” -di carta- lanciati al maestro. In Piazza c’erano le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma, l’ANPI con gagliardetto e seguito e abbastanza gente che ha accompagnato il corteo lungo le vie cittadine fino a Piazza della Repubblica, dove ha sede il Comune e dove, anticamente, la Cortina di Cacciaguerra, eretta da Castruccio Castracani nel 1300 -torre e mura- divideva i Guelfi dai Ghibellini.

In Piazza c’era anche Don Lorenzo, parroco dell’Annunziata, un Santuario, scrigno di grande bellezza, risalente al 1400, che lui stesso ci ha fatto visitare, mettendoci a disposizione una guida preparatissima. L’altare, sormontato da un Cristo ligneo, di pregevole fattura e commovente semplicità, è posto alla sommità di una scalinata di 14 gradini, quante sono le stazioni della Via Crucis. Dalla parte opposta della navata gotica, un tempietto a pianta ottagonale in marmo di Carrara custodisce un piccolo altare sotto cui, inginocchiandoci, si vedono i resti dell’antico tracciato della Via Francigena e un’edicola sacra, affrescata da una mano anonima con le immagini dell’Annunciazione. Si narra che in quel luogo la Madonna apparve ad una bambina, dicono una pastorella, e ciò dette origine all’edificazione del Santuario con l’annesso Monastero. Anche la sacrestia, rivestita da armadiature in legno intarsiato di quercia antica, sotto un soffitto “spalancato” dai barocchi trompe-l'œil di Francesco Natali, è un capolavoro. Il Convento, fino a ieri occupato dall’Archivio di Stato, è abbandonato; i porticati e i colonnati dei chiostri cingono erbe e fiori di campo che crescono incolti sotto il cielo. La Chiesa dell’Annunziata, nonostante l’impegno lodevole della parrocchia, è quasi sempre chiusa, sottoposta a furti. Contiene altre opere d’arte. Il nostro Paese occulta bellezze che resistono in attesa di liberazione.

E, tornando al 25 Aprile, che dire? Sindaco e Vicesindaca hanno applaudito la Presidente dell’ANPI e si sono congratulati con i componenti del Coro ad uno ad uno. L’atmosfera era di una festa condivisa dal paese. L’attuale Giunta di Pontremoli forse sarà anche più destrorsa della lista civica precedente, però sono stati parte attiva della manifestazione e questo non ha creato attrito o polemica. Dopo alcune vergognose prese di posizione negazioniste, le più recenti dichiarazioni di riconoscimento del valore dell’antifascismo e della Resistenza anche da parte di autorevoli esponenti della destra, penso abbiano avuto la loro importanza. Al di là del possibile rischio della sua burocratizzazione istituzionale, non può che farci piacere il fatto che il 25 Aprile diventi finalmente una memoria e una celebrazione condivisa. Fondativa per tutti gli italiani, perché propedeutica alla nascita della Repubblica e alla promulgazione della Costituzione. Speriamo che sia così. Non era questo uno degli obiettivi? L’amico Libero Venturi nei “Pensieri della Domenica” l’avrebbe detto meglio, ma, ahinoi, ha smesso di scrivere e si è ritirato. Io me ne intendo meno, ma penso che la Resistenza, il 25 Aprile -e poi anche il Primo Maggio: evviva!- siano la sinistra, ma non della sinistra -intendo suoi beni esclusivi- e penso che dobbiamo esserne fieri, custodi, ma non gelosi. La Resistenza, la lotta al fascismo non hanno visto uniti uomini e donne di diversa opinione, fede ed estrazione? Sono convinto che abbiamo bisogno di una nuova sinistra, ma anche di una destra che non sia più compromessa con il fascismo: quello passato e quello eterno…Che gli fa Eco.

Marco Celati

Pontedera, Aprile 2023

“Bella ciao” e “Fischia il vento”, Modena City Ramblers

https://youtu.be/X_SjXpsJHGU

https://youtu.be/HU_fxw8y-GY

Marco Celati

Bella Ciao
Fischia Il Vento

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati