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mercoledì 06 novembre 2024

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

La bufera

di Marco Celati - giovedì 08 aprile 2021 ore 07:30

Avrei voglia che fosse una domenica che piove, ma non quei giorni uggiosi di quando piove sempre, una domenica che piove e che è freddo e avere un focolare e starci davanti, al caldo buono e non fare niente, non avendo niente da fare e non pensare a niente, non avendo niente da pensare. La vita è così complicata alle volte!

Vorrei stare solo, ma non essere solo, perché non sono solo: ho i miei cari, i figli, gli affetti, gli amici, un amore e persone che mi vogliono bene e io ne voglio a loro ed è buona la vita e si sta bene a guardare la fiamma e ogni tanto aggiungere legna perché il fuoco duri oltre la vampa, la brace, la cenere, anche se poi l’odore del fumo resta addosso ai vestiti e tocca lavarli.

In questo mondo di intelligenze sopravvalutate e finti geni, ho preso posto anch’io, senza particolari attitudini di finzione e intelletto. Dice che pensare così è avere un complesso e che ho un figlio terapeuta che queste cose le cura, ma io non penso niente, non ho niente da pensare, che devo pensare? E dopo che avrò scritto queste cose e qualcuno le avrà lette, qualcun altro mi chiederà stai bene? E io risponderò sto bene, perché? Che problema c’è? A volte rispondo «resisto», perché mi sembra epico, ironico e tronco il discorso, troppe domande e risposte non fanno bene al testo e neanche alla testa.

Ma non pensate che sia tutto vero, che sia affetto da una qualche patologia o incipiente depressione maniacale, niente di tutto questo, tuttalpiù parlerei di tristezze, malinconie, “saudade” per dirla in portoghese. Si tratta di espedienti letterari, sarebbe letteratura, se letteratura fosse e non solo scrittura, di quella da quattro soldi, abusata da dilettanti come me. Difficile resistere alla prova del tempo. Vivere e scrivere non sempre vanno d’accordo, è storia vecchia e narrata anche meglio di così. Vivere e scrivere sono cose diverse, antagoniste addirittura. A volte si fanno compagnia, a volte no. Questa domenica che piove sono solo davanti al focolare e ravvivo il fuoco perché è inverno nel tempo dei ricordi.

Marco, l’hai fatta la lezione? Levati dal camino e metti a posto la tavola, che devo apparecchiare. Senti come piove, tuona, arriva il temporale! Canta: È arrivata la bufera... è arrivato il temporale... chi sta bene e chi sta male... e chi sta così così... È arrivata la bufera... è arrivato il temporale... senza pepe e senza sale... la minestra non si fa.

Se proprio devo essere sincero, le cose non vanno troppo bene. L’aria ha perso la sua innocenza, se mai l’ha avuta, e anche noi. Se proprio devo essere sincero le cose tra noi non vanno bene. Il mondo va come gli pare e alla vita bisognava starci attenti. Eppure mi piacerebbe che come si scrive fosse per come si vive. Che le parole avessero un senso evocativo e voglia di uscire dalla mente e dal cuore e andarsene nel mondo a comporre il racconto di un giorno che piove e che si sta al focolare riattivando la fiamma senza fare o pensare. E, senza che ci sia necessariamente una storia, la storia è quella di un focolare inventato, ma quello che siamo e che stiamo scrivendo si sentisse e arrivasse ad altre menti e altri cuori. E fosse tutto, che alla fine non è poco.

Marco Celati

Pontedera, un inverno

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La Bufera ha ben altri riferimenti letterari: confesso che l’ho pensato e mi sono preso in giro. “È arrivata la bufera”, come sanno i più vecchi e i più giovani no o non è detto, è una canzonetta di Renato Rascel, qui riportata non del tutto esattamente, nella versione “ricordi”. Il dipinto è una rielaborazione grafica e pittorica della copertina di un bellissimo libro.

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati