Appunti per l'inverno
di Marco Celati - martedì 24 dicembre 2024 ore 08:00

C’è nebbia oggi. È rimasta, dalla notte che era scesa, sopra i campi, le case, i giardini. Lungo il lago. Si aspetta la sera.
Sul terrazzo di Mariangela Gualtieri e sull’albero davanti casa, passano veloci le ombre degli uccelli in volo e lei dice che “il mondo oltre il mondo/ con un appena seduce”. Noi, testimoni dubbiosi, che sappiamo e non sappiamo. “Eppure non si placa, non/ si tace, la sempre nostalgia di non sai cosa./ Sussurra piano/ e noi crediamo e non –/ a quel suo niente di voce”. Così conclude, ed è vero ciò che dice. Sento che, come da dubbi e malinconie, da queste nebbie siamo avvolti, così soffuse e lievi sulle cose. Indefinite ombre. Avvisi. Prodigi. È la natura. E il mondo è come sospeso su di noi. Immanente e trascendente. Terribile e miracoloso.
Rosetta Sacchi mette in versi che, se è una costante il pensiero d’amore, la vita è una variabile di tante cose destinate a seccare “come foglie nella bocca del vento,/ ora che l’autunno è al tramonto/ e la più cruda stagione, puntuale/ torna a sedurre i rami svestiti/ in un gelido abbraccio”. Mi appunto anche questo, dell’inverno e del mondo: il gelo, la carenza di sole, l’assenza. Attilio Bertolucci ha lasciato scritto che l’assenza è la più acuta presenza e i suoi pensieri vaghi, i ricordi “turbano l’aria calma e il dolce sole”. Dice: “dolente il petto/ ti porta,/ come una pietra/ leggera”.
“La leggerezza è propria dell’età che sorge, la saggezza dell’età che tramonta”. È Cicerone che parla. Per Saramago non importa l’età che hai, ma quella che senti. “Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure./ Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me/ l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni”. Non lo so, magari fosse vero! Sulla saggezza della senescenza non giurerei, riguardo a vivere liberi e senza paure, purtroppo non mi pare, per la forza dei sogni, speriamo.
Un amico senegalese, Ali, dice, e l’ha scritto in un libro sulla sua vita, “nessuno può fermarti se decidi di lottare per realizzare un sogno”. Da “vù cumprà” è divenuto campione di pugilato. “Sul tetto d’Italia”, ripete con orgoglio. Aiuta il suo prossimo e il tetto che oggi gli occorre è uno più adeguato a sé e ai suoi tre figli.
Siamo esseri strani. Fragili e forti, eccedendo spesso in entrambi i casi. Intelligenti, ma non sempre. Scaltri, più che altro. Più sensibili al bene ed al male delle bestie da cui discendiamo. La vita ci insegue quando la fuggiamo e ci sfugge quando la cerchiamo. La vita sta là, come una ragazza, infelice e sorridente, delusa e confusa dalla fortuna e dall’amore. Attende. Avanza. Dispera. Confida.
Auguri.
Marco Celati