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giovedì 07 novembre 2024

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

Short story

di Marco Celati - domenica 22 maggio 2016 ore 12:26

C'è una casa in collina, isolata tra gli alberi, è sera. La casa ha una finestra illuminata su un lato. Davanti alla casa c'è un lampione, appeso alla facciata, che illumina la strada e la porta d'ingresso. La porta d'ingresso è chiusa e, sotto la luce del lampione, c'è un uomo con una borsa. Più indietro c'è un'auto parcheggiata. Si presume sia l'auto dell'uomo. Sullo sfondo, nello scuro della sera che avanza, sembra d'intravedere una striscia di campi, il corso di un fiume, la vegetazione di un bosco, nuvole basse e già il cielo stellato.

L'uomo sta davanti alla porta, con la borsa. Nella borsa si presume ci siamo documenti di una giornata di lavoro. La porta non si apre, nessuno apre a quell'uomo. Forse perché nella casa in collina, isolata tra gli alberi non ci sta dentro nessuno. E forse la luce del lampione si accende la sera con un contatore crepuscolare, programmato. E c'è una finestra illuminata, forse perché è rimasta accesa dal mattino quando qualcuno se n'è andato in fretta, dimenticandosi di spegnerla. Oppure la finestra di quella casa, isolata tra gli alberi, deve rimanere sempre illuminata e quella luce sempre accesa, per sicurezza, per nascondere l'assenza segnalando una presenza, sia pur inesistente, a sviare eventuali malintenzionati, ladri, invasori.

È triste la sera e piena di mistero. C'è pace d'intorno. Il paesaggio è bello a vedersi. Anche solo per quello che s'intravede nel buio che scende. Chi ha scelto di vivere sulla collina, nella casa isolata, voleva farlo, voleva avere questo negli occhi: i campi, la valle, il corso del fiume, il bosco ed il cielo. Una casa isolata tra gli alberi e poca gente o nessuno per strada. Chi ha scelto di vivere qui forse era stanco della città e della folla. Forse no, non era la città, non era la folla. Sarà stata una donna o era lui a cui piaceva isolarsi e fuggire dal proprio passato. Il passato, aveva letto, è una terra straniera. Nel passato non c'è futuro. È triste la notte e misteriosa. L'uomo con la borsa ha provato a suonare il campanello, ma nessuno gli ha aperto, né avrebbe potuto esserci qualcuno ad aprire. Allora ha messo in tasca la mano, ha estratto una chiave, ha provato ad entrare. Ma la porta non si è aperta, non si apre. La chiave entra solo in parte e non gira.

Allora l'uomo con la borsa ha ricordato, si è rinvenuto: lui al mattino aveva lasciato la luce accesa e le chiavi nella serratura, lui aveva chiuso la porta, uscendo di casa, ma le chiavi erano rimaste infilate nella toppa al di dentro e ora quelle che teneva in macchina non riuscivano più ad aprire. Il cilindro era bloccato. L'uomo con la borsa ha imprecato e bestemmiato più volte, dando il peggio di se'. È lo stress che mi fa fare questo, diceva a sé stesso, alla casa, alla sera e a nessuno d'intorno. Non è solo che sono distratto. È il peso delle responsabilità e tutti a chiedermi tutto. Sono il presidente di un'azienda, ma sono il primo presidente al mondo molestato dai suoi dipendenti. Una firma, un documento, una gara, un contenzioso, un ricorso, un'insinuazione al passivo, un terzo pignorato. Apporre il timbro, la registrazione digitale, la responsabile dell'ufficio legale che si apposta al mattino, che attende al varco la sera: una stalker. E sono consenziente!

Forse per questo l'uomo con la borsa ha dimenticato le chiavi nella serratura all'interno e sta sotto il lampione, davanti alla porta della casa in collina, isolata tra gli alberi, che nessuno può aprire, nella sera che è triste e piena di mistero. Oppure non è questo: è solo un po' vecchio e sbadato, è solo un po' solo, l'uomo con la borsa. Ma forse è così che vuole essere, così che deve. O forse no, non è niente. Niente di tutto questo, di tutto questo niente.

Marco Celati

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Treggiaia, 15 Aprile 2016

L'autore rende omaggio a Gianrico Carofiglio. Dalla copertina del suo "Passeggeri notturni", l'illustrazione in appendice al racconto, viene l'ispirazione di questa short story. E anche la reale sbadataggine dell'autore vi gioca un ruolo importante. Ma questo è niente. E i racconti brevi di Carofiglio sono tutta un'altra storia. La serratura della porta di casa è stata cambiata. 

Marco Celati

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